Daniele De Rossi

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    Daniele De Rossi (Roma, 24 luglio 1983) è un calciatore italiano, centrocampista. Giocatore di caratura mondiale, è considerato da molti uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio italiano

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    Edited by Dubfire - 24/12/2020, 11:25
     
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    Tanti auguri Daniele De Rossi. Il vice-capitano giallorosso compie oggi 31 anni, all'alba di quella che sarà la quattordicesima stagione con la maglia della squadra della sua città, come ricordato dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Dopo aver saltato i primi giorni di ritiro, De Rossi si è aggregato ai giallorossi per la tournée americana

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    di C.Zucchelli 24 luglio 2014 | 07.28 |

    Dalle incertezze di dodici mesi fa alla sicurezza di oggi. Dal sorriso tirato con cui si presentò a Trigoria il giorno dei suoi 30 anni a quello, più spontaneo, con cui oggi, che di anni ne compie 31, si allena a Boston, alla Tufts University. Sereno, soddisfatto, pronto, dopo tre anni, a fare tutta la preparazione con i compagni. Un anno, una figlia (Olivia) e 36 presenze dopo, Daniele De Rossi torna a scoprire quanto è bello vivere un’estate senza dubbi e polemiche.





    DAL RINNOVO AL MANCHESTER Non c’era più abituato, il centrocampista che Rudi Garcia ha trasformato definitivamente in terzo centrale aggiunto. Nel 2011, prima estate della Roma americana, a tenere banco era il suo rinnovo, che infatti arriverà soltanto a febbraio, in pieno inverno. A giugno e luglio del 2012, mentre era all’Europeo, la Roma prendeva Zdenek Zeman e iniziava a lavorare con il boemo che, come prima cosa, aveva chiesto Tachtsidis come centrale in mezzo al campo. De Rossi era a migliaia di chilometri, ma l’aria che tirava era già chiara: il feeling tra i due non sbocciò in estate, così come in autunno ed in inverno. E la stagione nata male si concluse nel peggiore dei modi, cioè con la sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio. De Rossi, poco dopo, lasciò Roma per andare in Brasile con la Nazionale con la testa piena di dubbi: da una parte l’Inghilterra e l’idea di una nuova vita, dall’altra Roma, la Roma e un nuovo allenatore (che lui vede «per la prima volta su Youtube mentre suona la chitarra»), una figlia di 8 anni, Gaia, e una in arrivo, Olivia, che nascerà poi a febbraio.





    FESTA CON GARCIA Per uno strano caso del destino, la sua vita ricomincia a 30 anni a Trigoria faccia a faccia con Rudi Garcia. Quel giorno stabiliscono un patto: De Rossi, fino a Ferragosto, è libero di scegliere se restare o andare via, poi, se entro quella data non si concretizzerà niente, rimarrà in giallorosso. E così succede. La fiducia cresce, la serenità anche e si arriva al primo gol dell’anno, a Livorno, firmato proprio da Daniele. Che sarà sempre l’autore della prima rete della Roma di Rudi Garcia.





    I TIFOSI E sarà sempre anche Capitan Futuro, pure se il giorno in cui erediterà definitivamente la fascia da e di Totti si avvicina. Con buona pace di quei tifosi (pochi, ma a volte rumorosi) che ancora adesso gli rimproverano il contratto da 6 milioni l’anno che fa di lui il calciatore più pagato della rosa. De Rossi ormai ha imparato a convivere con i giudizi legati spesso più al suo stipendio che al suo reale comportamento in campo, così come ha imparato a convivere con le chiacchiere che, soprattutto in passato, hanno riguardato la sua vita privata. Oggi, che i paparazzi lo fotografano a Ibiza con le figlie, l’attuale compagna, Sarah, e l’ex moglie, Tamara, anche quell’aspetto inerente al divorzio burrascoso è stato messo a tacere. Basterà per essere giudicato soltanto per le prestazioni? De Rossi se lo augura. Così come si augura che questa stagione, la quattordicesima, possa essere quella del suo primo scudetto. Magari esprimerà proprio questo desiderio quando oggi soffierà sulle candeline dei suoi 31 anni.

    TANTI AUGURI!
     
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    auguri compà stasera se spaccamo :'D
     
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    Questa notte (ore 3.40 italiane) la Roma scenderà in campo contro il Real Madrid nella seconda giornata della Guinness International Champions Cup. Della partita sarà Daniele De Rossi che, dopo non essere sceso in campo contro il Manchester United, bagnerà l’esordio in questa stagione contro le merengues. In panchina ci sarà anche l’ultimo arrivo, Davide Astori. A riferirlo è l’odierna edizione de Il Corriere della Sera.
     
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    Continua il sondaggio indetto sul profilo Facebook della Guinness International Champions Cup sul migliore undici del torneo. Dopo Mehdi Benatia, anche Daniele De Rossi è entrato a far parte di questa formazione, nel ruolo di centrocampista difensivo. Gli altri eletti sono David De Gea, Carvajal, Sergio Ramos e Marcelo.
     
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    Le parole di Daniele De Rossi in zona mista: “La sconfitta? È un peccato, quando giochi con squadre di questo livello non piace mai perdere, volevamo fare la finale. La condizione è quella che deve essere in questo momento, se fossimo stati meglio sarebbe stato preoccupante. Dispiace perdere, ma non è così importante. Se sarà l’anno buono? Penso che l’obiettivo deve essere quello di migliorarsi. Quest’anno per la prima volta dico che possiamo puntare allo scudetto, e puntarci è diverso dal farlo sembrare facilissimo. Qua sembra che l’Inter sia scarsa, che la Juve senza Conte sia una squadra di Brocchi, la Lazio la prendiamo in giro ma ha fatto una bella squadra, la Fiorentina ha recuperato due giocatori molto importanti. L’obiettivo è lo scudetto, però non è facile come l’abbiamo fatta sembrare. Roma più forte rispetto allo scorso anno? L’anno scorso dicevamo che era decisamente più scarsa e abbiamo rischiato di vincere il campionato, io guardo alle cose concrete. C’è da migliorare, ma i carichi di lavoro saranno diversi da quelli del venerdì prima di Roma-Fiorentina. I nuovi? Mi hanno impressionato tutti, vedo tutti giocatori bravi. Giocare con Keita per me significa molto, posso imparare. Tanti giovani hanno fatto una buona impressione, è presto per giudicare, sono tutti un po’ appesantiti. Se la squadra è completa? Non ho idea, non sono cose di mia competenza. Abbiamo fatto la Champions con Spalletti con 16-17 giocatori. Qui ne vedo di più, poi starà al mister e alla società puntellare. Noi come l’Atletico Madrid? Dipende dal sorteggio del girone, siamo una squadra che può fare bene, che ha tanti giocatori nella fase importante della carriera, pronti. Possiamo essere molto fortunati e meno fortunati. Con Lione e Real siamo passati, con lo Shakhtar siamo usciti”.
     
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    di D. Stoppini 3 agosto 2014 | 10.04 |

    Che la Roma si sia schierata contro Tavecchio ormai l’hanno capito pure a Filadelfia, i giornalisti statunitensi non si stupiscono neppure più di fronte alle bordate della Roma nei confronti del candidato alla Figc. Bordate che arrivano una dopo l’altra, se non dal punto di vista sportivo almeno in questo senso la tournée è stata un crescendo. L’ultima botta l’ha sparata Daniele De Rossi, che nel post partita con l’Inter di Filadelfia è andato giù pesante: “Non giudico Tavecchio, ma le cose che ha detto sono gravi. Il problema è che in Italia siamo abituati così, non succede mai nulla. In America, in Francia, in Inghilterra, di fronte a parole simili, il giorno dopo sarebbero scattate le dimissioni automatiche. Invece da noi no. Anche in ambienti più importanti della Figc nessuno ha mai lasciato la propria poltrona”. Che poi sia una poltrona virtuale, da candidato alla presidenza, poco importa. De Rossi ha chiarito ancora di più: “È giusto riflettere su come vanno le cose in Italia, perché stiamo andando incontro a una stagione particolare“. Il riferimento era anche ai problemi di ordine pubblico. “Passatemi una battuta: se ora dovessi litigare con una persona di colore in campo, dicendogli ‘tu mangi le banane’, allora sarà giusto considerarla solo una gaffe, guai a squalificarmi. La verità è che Tavecchio ha sbagliato, specie nel non valutare le conseguenze delle sue dichiarazioni” .



    IL CRESCENDO Dichiarazioni che invece in casa Roma sono soppesate, non certo uscite a caso. Il primo era stato il presidente James Pallotta, da Dallas: «Le parole di Tavecchio sono imbarazzanti e umilianti. Non sarà mai il nostro presidente federale, mi stupisco di come ci possano essere ancora squadre che siano dalla sua parte». Qualcuno si sta sfilando, nella Roma tutti compatti. “Le parole di Tavecchio? Mi schiero con il presidente“, aveva detto Totti. Poi Seydou Keita, nell’intervista alla Gazzetta: “La differenza tra due individui non è nel colore della pelle. Chi non la pensa così, ed evidentemente anche Tavecchio rientra nella categoria, non merita spazio nel calcio e nello sport”. E per oggi è atteso anche l’intervento sul tema di un altro big dello spogliatoio, De Sanctis. È una Roma in prima fila, non solo nella corsa scudetto .
     
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    Mai banale quando parla.. la bordata a Tavecchio è da 30 e lode!

    Bravo Danielino!
     
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    Bravo Daniele,

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    Corriere dello Sport

    di Redazione 6 agosto 2014 | 09.13 |

    Daniele De Rossi ha sofferto più degli altri nei 16 giorni di tour americano: molto lavoro sul fondo, poi l’affaticamento muscolare che lo ha frenato consentendogli di giocare solo 25 minuti contro il Real Madrid e un tempo abbondante contro l’Inter.

    Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, capitan futuro ha partecipato con piacere alla tournée statunitense, constatando di essere piuttosto popolare in America: lui ama molto gli Stati Uniti e davanti alle telecamere e microfoni della zona mista di Philadelphia ha risposto in inglese sugli obiettivi della Roma. “Per la prima volta dopo tanti anni dico che possiamo vincere lo Scudetto“.
     
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    di Redazione 4 settembre 2014 | 21.26 |

    Dagli undici metri Daniele De Rossi realizza il gol del 2-0 che porta in doppio vantaggio gli azzurri di Conte sugli Orange di Hiddink. Dopo Ciro Immobile, anche il centrocampista giallorosso va in gol. Gara in discesa per l’Italia, anche con un uomo in più, ed ottimo esordio di Antonio Conte come ct azzurro. Quello di De Rossi di stasera, al San Nicola di Bari, è il gol numero 100 di un romanista in Nazionale.



    Daniele De Rossi con questa realizzazione raggiunge le 16 reti con la maglia azzurra. Eguagliato dunque il numero dei gol di Luca Toni e Gianluca Vialli in Nazionale.
     
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    Ha fatto proprio una bella partita.
     
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    di U.Trani 5 settembre 2014 | 08.40 |

    «Ho gli stessi gol di Toni e Vialli, due grandi attaccanti, ma nonmifermo. Tra due partite farò cento presenze. Continuo a ricevere onori da questa nazionale. Ancora mi emoziono. Questa maglia per me è sacra». De Rossi, 16 reti da centrocampista, promuove se stesso e i giovani.«Siamo ripartiti e in campo non c’erano solo trentenni. Lo spirito è quello giusto. Ci sono bastati quattro giorni per capire quanto sia dura con Conte. Poi in campo però raccogli i frutti. Cura maniacale di dettagli e profondità nei rapporti umani: questo è il nuovo ct. Mi raccontavano comeera proprio i compagni della Juve. Io, dopo l’eliminazione di Natal, avevo parlato di mezzo giocatori e invece è stata tirata fuori la storia delle figurine. Io parlavo in generale, ma mi è stata accollata. Non mi riferivo a un giocatore. Noi abbiamo bisogno di grandi uomini e grandi calciatori. Le porte non son o chiuse per nessuno: Balotelli o chi altro quando tornerà sarà accolto senza nessun tipo di problema».





    PRIMA VOLTA «Era ora». Ciro Immobile, alla quinta presenza, finalmente fa centro in Nazionale. «Sono felice per il mio primo gol ufficiale con la maglia azzurra. La partita è andata bene, esattamente come l’avevamo preparata. Il ct lo conosco bene, è sempre il solito martello: pretende tanto dai giocatori ed è giusto così quando si indossa una maglia importante come questa. Lo scorso anno con Ventura facevo gli stessi movimenti». Zaza è raggiante dopo il debutto. «Con Immobile mi sono trovato alla grande. Se il pubblico mi ha applaudito vuol dire che ho fatto bene. Ora questa maglia non la voglio lasciare».





    MESSAGGIO DISTENSIVO Sepp Blatter, presidente della Fifa, augura buon lavoro a Carlo Tavecchio, anche lui al debutto. Un’ email che fa felice il presidente della Federcalcio. «Ho apprezzato molto. La Figc è una grande Federazione e la Fifa ha preso atto di questo». Ora aspetta la sentenza Uefa sulla sua gaffe: «Sono molto sereno. La Giustizia sportiva mi ha prosciolto ampiamente e se mi si chiamerà andrò e mi difenderò, dimostrando di non essere razzista ».
     
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    La Gazzetta dello Sport

    di M.Cecchini 6 settembre 2014 | 09.26 |

    Ci sono giorni in cui la vita sembra aver voglia di numeri tondi e in qualche modo di rincorrere se stessa. In questo momento, probabilmente, lo sta pensando anche Daniele De Rossi, proiettato — grazie a cuore e cervello — ad essere già uno degli uomini simbolo dell’Italia di Antonio Conte. Per questo il destino lo ha messo dinanzi ad alcune curiose coincidenze: contro l’Olanda ha segnato il suo 16° gol in azzurro esattamente a dieci anni di distanza dal primo, datato 4 settembre 2004. Non solo. Quella rete fu siglata proprio contro la Norvegia — cioè l’avversario da sfidare martedì prossimo ad Oslo — il giorno del suo esordio in azzurro consumato a Palermo, ovvero lo stadio dove tra un mese (sorte permettendo) Daniele taglierà il traguardo delle cento presenze in Nazionale (ora è a 98). E visto che le coincidenze paiono virare verso il senso di completezza, nessuna meraviglia che il centrocampista della Roma, a Bari, abbia realizzato il centesimo gol di un giallorosso in maglia azzurra, in una serie aperta da Raffaele Costantino nel 1931 contro la Scozia e santificata da un 3-0 il finale.

    Regista goleador Il ragazzo a cui Lippi dieci anni fa, facendolo esordire, pronosticava «un futuro al livello di Gerrard e Lampard», è diventato uomo, leader e — un po’ a sorpresa — anche principe dei goleador in una Nazionale che ormai ha perso la continuità sul fronte dei cannonieri. Non a caso, dei 14 calciatori che lo precedono in classifica, Daniele ha davanti solo attaccanti, se si eccettua Adolfo Baloncieri che, ormai fermo per sempre a 25 reti, è però il simbolo di un calcio — quello precedente alla Seconda Guerra Mondiale — totalmente diverso dall’attuale. Senza contare poi un dato che De Rossi evidenzia: di tutte le punte azzurre che hanno segnato più di lui, restano ancora in attività — ed ormai a fine carriera — solo Del Piero (27 gol) e Gilardino (19).

    Il ginocchio fa male Ma non è la prolificità che contribuisce a renderlo unico nello scacchiere di Conte. Il c.t. gli ha affidato le chiavi della mediana innanzitutto per fargli trasmettere lo spirito del nuovo vangelo che viene predicato a Coverciano. Non è un caso perciò che Daniele — anche ieri sofferente per la botta rimediata a Bari al collaterale del ginocchio sinistro (ma non è in dubbio) — dica sicuro: «Si deve ripartire da uomini veri e da giocatori veri, da gente che abbia spirito di sacrificio. I giovani contro l’Olanda si sono impegnati tantissimo ed è giusto così. D’altronde, non ci sarebbe bisogno di avere Antonio Conte in panchina per capire cosa rappresenti la Nazionale. Chi non comprende una cosa del genere, ha dei problemi».

    Buone sensazioni Lui di sicuro non ne ha, anche se ci tiene a prendere le distanze dal ruolo di scudiero del nuovo tecnico. «Non mi piace parlare del mio allenatore, perché si rischia di passare per ruffiani. Le sensazioni però sono davvero positive, probabilmente è il miglior italiano in circolazione». Insomma, il futuro che avanza ha la grinta di Conte canalizzata in campo da De Rossi. La Norvegia è avvisata: ad Oslo i vichinghi potremmo essere noi.
     
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7123 replies since 18/7/2014, 21:01   174194 views
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